Distorsione della caviglia
La distorsione della caviglia ha diversi gradi di gravità, in base al danno subito dal sistema legamentoso e del comparto articolare (lesioni osteocondrali ed impigment di caviglia).
La prima cosa da fare è escludere fratture, per le quali possiamo ricorrere alle regole di Ottawa, in grado di dare indicazioni sul rischio che possa essere presente o meno una lesione ossea.
In seconda fase utilizzeremo il recente protocollo POLICE (protection, optimal load, ice, compression, elevation), per poi valutare il meccanismo distorsivo (le più comuni sono quelle cosiddette “in inversione”) e programmare un piano terapeutico su misura.
Nonostante le evidenze scientifiche, ad oggi, le distorsioni vengono ancora sottovalutate, nonostante sia accertato come un primo infortunio aumenti statisticamente il rischio di avere un secondo episodio distorsivo ed esiti che perdurano nel tempo come “instabilità”, dolore o sensazione di cedimento.
Una corretta riabilitazione, con esercizi propriocettivi (con utilizzo di tecnologia Lobo, una pedana propriocettiva) ed un ritorno al carico graduale, possono evitare nuove distorsioni ed una ripresa delle attività sportive senza dolore.
Nelle distorsioni più complesse possiamo trovarci a gestire cosiddette sindromi da conflitto (o impingement), che richiedono tempi riabilitativi più lunghi ed una collaborazione con il chirurgo specialista di caviglia.